L'stituto dell'Affido Familiare, regolamentato dalla Legge n°149 del 28 marzo 2001, prevede la possibilità di prendersi temporaneamente cura di un bambino o una bambina, di un ragazzo o una ragazza in un momento difficile della sua vita in quanto la sua famiglia naturale, per i motivi più diversi, non è nella possibilità di farlo.
L'affidamento familiare non è un'adozione, e riconosce come prioritari sia i legami tra il minore e la sua famiglia, sia il ruolo dei genitori naturali, con l'obiettivo di un suo reinserimento nel nucleo familiare d'origine non appena le condizioni di difficoltà saranno superate.
Possono offrire la loro disponibilità all'affido coppie di fatto o sposate, con o senza figli, singoli sia maschi che femmine, senza limiti di età.
I requisiti essenziali sono la disponibilità affettiva, la volontà di accompagnare la persona per un tratto di vita, più o meno lungo, e il rispetto per la sua unicità, per la cultura d'apparteneza sua e della sua famiglia.
In questo momento nel Comune di Roma sono in affidamento 550 bambini e ragazzi di ambo i sessi, ma sono in attesa di aiuto, nelle case famiglia e nelle comunità alloggio, almeno il triplo dei bambini, che spesso, per mancanza di persone disponibili all'affido, permangono in queste strutture per lunghi periodi.
Sono convinta che la ragione di questa carenza sia la mancanza di divulgazione di queso strumento che permette l'attuazione di uno dei diritti fondamentali dei bambini: vivere in una famiglia.
Se hai la possibilità e lo spazio interiore per offrire la tua disponibilità puoi contattare i Servizi Sociali del tuo territorio di residenza.
Adamo ed Eva - Gatti - Terni, 1968