CARO DIRETTORE,
se potessimo parlare ti racconteremmo i tempi in cui qui c'era una foresta di pioppi e di lecci, la storia dei fratelli caduti per il fasto imperiale e le lacrime e le risate delle generazioni che si sono riparate sotto le nostre fronde. Ti parleremmo dell'incuria, dell'ignoranza di chi crede che possedendo la terra possiede ogni creatura che su questa terra vive da sempre. Nutrivamo la speranza di essere protetti. "Area marina e terrestre protetta" ci aveva fatto credere che essendo ormai rimasti in pochi saremmo stati tutelati.
Contavamo sul fatto di essere qui da decine di anni, monumenti naturali, generosi d'ombra frondosa, vecchi saggi di bisbigli antichi, memoria sacra nei grandi tronchi...
Ci illudevamo di essere amati e rispettati come da sempre a Ventotene si rispettano i vecchi e le storie...
L'illusione s'è rotta al crepitare di fiamme arroganti ed estive.
Non sapevamo di essere sporchi quando hanno deciso di "pulire" la terra. Fino all'ultimo abbiamo sperato… "gli è scappato il fuoco ma correranno a spegnere gli arti carbonizzati, questo assurdo e inutile atto sacrificale!" E nelle ferite e nelle ustioni volevamo gridare che ancora potevamo tornare alle fronde tante se con pietosa potatura ci si fosse dato il tempo...
Ma la terra "pulita" da subito doveva ospitare creature metalliche che con cuore gassoso ora si assiepano intorno ai nostri macabri tronchi, neri dell'odio dell'indifferenza e della becera ignoranza assassina. Tristi croci siamo noi ora e al posto di quel discreto INRI che nella vostra chiesa pregate, e un gran cartello dice "deposito gas".
Chi implorerà giustizia? Chi ricorderà che gli alberi sacri per l'anima degli uomini sono anche protetti dalla Legge Italiana...
Chi ammonirà per le disgrazie che un albero ucciso porta con se?
Chi si batterà se tu Direttore non intervieni?
Che la terra pianga i suoi amici per 99 anni… questo è il tempo del lutto per tanta assurda morte.
CARO DIRETTORE,
dopo aver letto la lettera “degli alberi” di fronte allo scempio dei due più grandi lecci dell'isola, vorremmo sapere:
- Quale valutazione sulle cause dell'incendio hanno dato le persone della Protezione Civile intervenute per estinguerlo;
- Qualora, come sembra, il fuoco sia stato appiccato per “pulire la terra”, quali sono gli estremi della autorizzazione rilasciata dal Comune di Ventotene in deroga all'art. 59 del Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 e quale piano di sicurezza sia stato adottato per circoscrivere gli eventuali danni come previsto dallo stesso articolo;
- Se la zona incendiata è stata iscritta nel catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco previsto dall'art 10, secondo comma, Legge 21 novembre 2000, n. 353;
- Se dopo l'incendio il terreno interessato ha avuto una destinazione d'uso "diversa da quella preesistente all'incendio", variazione vietata "per almeno quindici anni" dall'art. 10, primo comma, Legge 21 novembre 2000, n. 353; o se vi siano state apportate modifiche strutturali al fabbricato già esistente o collocazione di altre strutture non presenti prima dell’incendio;
- Se dopo l'incendio sono state adottate specifiche misure atte a prevenire ulteriori episodi simili, come previsto dall'art. 19, lettera l) del Regio decreto 16 maggio 1926, n. 1126, considerato anche l'attuale utilizzo del terreno incendiato;
- Se è prevista una azione di ripristino dell'area danneggiata dall'incendio in modo che almeno la prossima generazione possa godere di nuovo dell'ombra di questi due lecci.
Grazie.
Ventotene, 31 agosto 2016