Se possiamo dare ormai per acquisito che le sfere psichico-somatico-sociale dell'individuo sono così compenetrate che ogni evento che si verifica nell'una interagisce dialetticamente con le altre, ne consegue che, per garantire la salute dei cittadini, occorre considerarle nel loro insieme.
La realtà purtroppo è assai diversa: salvo pregevoli e sporadici casi la Persona nella sua Unicità e Complessità continua a non essere presa in considerazione; nello specifico sanitario, ad esempio, perdura un approccio settoriale e scisso laddove da un lato la medicina di base rimanda a quella iper specialistica e iper costosa, dall'altro osserviamo un'utenza che identifica la salute con il buon funzionamento dei singoli organi; mentre la psiche, che informa il suo sapiente effettore “il corpo”, viene per lo più relegata sullo sfondo del quadro clinico, se non misconosciuta.
E così assistiamo ad una pletora di individui stanziali nelle sale d'attesa dei medici di base; sappiamo che un congruo numero di essi è portatore di richieste d'aiuto che esulano dall'ambito strettamente sanitario: solitudine e bisogno di socialità (soprattutto anziani in zone intensamente urbanizzate); ansia da prestazione; inadeguatezza ad affrontare le paure e le preoccupazioni di un quotidiano a tratti implacabile.
In generale, nella migliore delle ipotesi, il medico risponde con un buon ascolto, accertamenti e farmaci e, nei casi più eclatanti, l'invio allo specialista psichiatra difficilmente allo psicologo, vista anche l'esiguità della figura professionale nel SSN.
Così, alla confusione della domanda, corrisponde l'inadeguatezza della risposta e i bisogni psicologici ed esistenziali restano inascoltati, col rischio di trasformarsi dapprima in patologie somatiche acute che possono cronicizzare nel tempo, diventando un limite per le persone e un aggravio per la famiglia, la società, lo Stato.
Appare quindi quanto mai urgente superare l'idea di medicina onnipotente che tutto può e tutto sa e che ha portato ad una distorsione collettiva del concetto di salute.
Il nuovo modello, capace di includere la dimensione psichica e sociale accanto a quella somatica, prevede l'istituzione di un'équipe di base medico-psicologo; insieme si occupano della presa in carico del paziente, con un'anamnesi che abbracci anche gli stili di vita emotivo-relazionali; la condizione economico-sociale; i sogni e i progetti esistenziali; i punti di forza e le criticità.
Lo sforzo economico iniziale che si dovrebbe sostenere nell'istituire l'équipe medico-psicologo di base sarebbe compensato da un forte decremento della spesa sanitaria pubblica per la diminuzione degli esami specialistici e dei ricoveri ospedalieri e per la maggiore efficienza delle persone sui luoghi di lavoro.
Ma un'équipe di base medico-psicologo, che abbracci la persona nella sua interezza e nella sua unità psicosomatica-esistenziale, genererebbe soprattutto benessere per utenti e operatori, creando un circolo virtuoso che riverberebbe sull'intera collettività.