il testo che segue è stato scritto da Fabio Zamponi nell'aprile 2008.
Oggi, nel 2020, sono passati 34 anni dalla pubblicazione di queste riviste,
che conservano tutt'ora integro ed attuale il loro valore culturale
Una rivista nel buio...
Così recitava il sottotitolo del giornale, cercando di ironizzare sul buio che circondava il suo futuro e di illuminare quello delle notti romane.
Era la metà degli anni ottanta e la città cominciava a riempirsi di locali dove bere qualcosa, ascoltare musica, incontrarsi, scambiare idee. Una folla di ragazzi e ragazze con una gran voglia di partecipare ed esprimere la propria creatività, si agitava nella città cercando di soddisfare un grande bisogno di divertimento e di cultura. L’informazione sugli spettacoli, molto povera in quel periodo, era relegata nelle pagine di cronaca dei quotidiani e, in orario serale, chiuse le edicole, anche l’elementare domanda ‘cosa c’è?’ non poteva essere soddisfatta in alcun modo.
In questo ‘buio’ nasce 20:30: l’idea era quella di colmare questo vuoto di informazione, pubblicando un quindicinale, per la prima volta a Roma, gratuito, distribuito direttamene nei locali frequentati dal popolo della notte (cinema, teatri, locali notturni), scritto con un linguaggio nuovo, poco formale, e aperto al contributo di chi avesse qualcosa da dire.
I primi test del progetto furono abbastanza deprimenti, tutte le persone con un po’ di esperienza nel settore che contattavo, vista la scarsezza dei mezzi disposizione, mettevano in luce la vena di pazzia che percorreva questo progetto.
Ma l’idea mi piaceva molto e così ho preso i pochi risparmi che mia moglie Adriana (soprattutto lei), ed io avevamo messo da parte e siamo partiti.
Non so bene come sia accaduto, ma la follia si è sparsa velocemente e, combinandosi con tante altre, ha dato luogo in brevissimo tempo ad una redazione numerosa e competente, perfettamente in sintonia con lo spirito del progetto e così piena di entusiasmo che spesso il mio ruolo di animatore si trasformava in quello di pompiere … Bastava guardare la copertina della rivista, per cogliere il valore innovativo, l’entusiasmo, la creatività che lo avevano prodotto e l’interesse del pubblico è stato immediatamente molto grande. Le 15.000 copie che distribuivamo non soltanto venivano lette con molta attenzione, ma la nostra richiesta di partecipare al progetto, inviando del materiale, venne immediatamente accolta dai lettori e i loro contributi arrivarono copiosi, superando di gran lunga la nostra capacità di pubblicarli.
Nonostante nessuno dei partecipanti al progetto ricevesse alcun compenso, il coinvolgimento di tutti era altissimo - le riunioni di redazione erano ‘eventi’ che sarebbe valsa la pena di filmare - e quando sono finiti i soldi a disposizione la redazione ha finanziato lo sviluppo del progetto, diventando così l’editore del giornale.
20:30 ha chiuso l’attività dopo aver pubblicato 12 numeri e diversi numeri speciali ed è stato per alcuni di noi il primo passo di una brillante carriera, per altri un’esperienza di vita esaltante, per me la conferma che vale sempre la pena di provare a realizzare i propri sogni.
A 20 anni di distanza, Daniela ha deciso di pubblicare la nostra storia su Internet: sembra che la vena di follia che ha caratterizzato questa rivista non si sia ancora esaurita... grazie, ci fai ben sperare per il futuro.
Fabio Zamponi